Degustazione
del caffè
La
degustazione è un’arte dove intuizione, soggettività
e memoria vi giocano il loro ruolo
Durante
la degustazione utilizziamo 4 dei 5 sensi: vista, olfatto,
gusto e tatto
Vista
(Temperatura = 80°C)
Un espresso
prima di tutto lo si guarda, la tazzina di porcellana bianca permette
di osservare con maggiore nitidezza la superficie della crema:
quella dell’espresso
perfetto ha una trama sottile percorsa da leggere striature, è
alta dai 3 ai 4 millimetri, ha un colore che va dal nocciola verso tonalità
più intense e tende ad aderire alla tazzina.
della crema
si valuta:
- l'intensità
del colore
- la tessitura
Il colore
della crema è dato principalmente dalla caramellizzazione subita
dagli zuccheri durante il processo di torrefazione e da alcuni polifenoli
anch'essi imbruniti per via dell'ossidazione provocata dal riscaldamento.
In un espresso
preparato con Arabica, la tonalità e l'intensità
del colore della crema possono variare dal nocciola carico tendente al
testa di moro con evidenti riflessi rossicci e striature nocciola chiaro,
al beige appena accennato quando il caffè è sottoestratto,
al mogano quando, al contrario, si è in presenza di un sovraestratto.
Nel caso
di un espresso preparato con Robusta la crema si fa più
scura e i riflessi tendono al grigio.
La consistenza
della crema è data da proteine, grassi, zuccheri ad alto peso molecolare
e altre sostanze colloidali emulsionate durante la preparazione dai gas
contenuti all'interno delle cellule vegetali. I medesimi componenti intervengono
sulla durata della crema - ossia sulla persistenza - che a volte orna
ancora la tazzina quando il caffè è già stato consumato.
Una
buon espresso evidenzia una crema di alta tessitura
- maglie strette e occhiatura fine - spessa alcuni millimetri e di lunga
durata. Questa non è solamente un annuncio della qualità
percepita in seguito dai sensi dell'olfatto e del gusto, ma anche una
condizione importante per la conservazione degli aromi all'interno della
bevanda fino al suo completo consumo.
La crema
deve essere persistente, cioè durare, almeno il tempo di osservare
come deve essere la buona tazzina: di porcellana, dall’interno bianco
e dallo spessore abbastanza sottile perché sia comodo per le labbra,
ma abbastanza alto da conservare il calore.
La qualità
della crema può essere giudicata con il "test
dello zucchero": versare un cucchiano di zucchero
sulla crema senza girare: una
crema perfetta trattiene lo zucchero, che impiegherà 8 - 10 secondi
per attraversarla e andare sul fondo della tazzina, creando un foro conico
Olfatto
(Temperatura
= 80°C)
Dopo
aver apprezzato le caratteristiche visive del caffè, è il
momento di gustare il ricco aroma sprigionato nella tazzina.
Un esame
olfattivo completo ha due tempi:
- Il primo,
quando l’espresso è a una temperatura intorno agli 80°
C.
Si mescola il caffè, per evitare che la crema impedisca la diffusione
delle note aromatiche.
Accostare il naso alla tazzina con delicatezza, senza farla ruotare
e inspirare per pochi secondi le note aromatiche, da riconoscere una
per una, proprio come si fa per il vino.
È
un esercizio piacevole e difficile: gli aromi del caffè sono
composti da circa 700 componenti chimici e le combinazioni possibili
sono infinite.
Ciò che si cerca ed appaga è però una sensazione
di finezza, di pulizia e di equilibrio tra la varietà degli aromi,
e tra questi e la nota tostata. Quella giusta, che non smorza, né
copre gli aromi.
- La seconda
ondata degli aromi arriva dopo l’assaggio. Con la bocca leggermente
aperta ad espirare l’aria, la percezione retronasale restituisce
nuovi aromi, più decisi e insieme gradevolissimi: il burro, il
pane appena sfornato, la pasta sfoglia, il cioccolato. È ciò
che nel linguaggio quotidiano chiamiamo “sapore”, quello
che ci accompagna a lungo dopo aver bevuto un espresso eccellente.
Nella
trattazione di questo argomento fondamentale, la parola "aroma"
viene utilizzata - per semplicità, ma anche in onore al linguaggio
proprio del settore - tanto per le sensazioni olfattive percepibili per
via diretta, quanto per quelle retrolfattive.
Di
seguito vengono prese in considerazione, suddivise nelle due categorie
"odori positivi" e "odori negativi" le sensazioni
olfattive più facilmente riscontrabili nell'espresso indicandole
con l'etichetta semantica abitualmente utilizzata in Italia e codificata
dall'Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè.
Odori
Positivi
- Tostato
Sensazione dominante e tipica dovuta alla formazione di particolari
componenti derivanti da trasformazioni degli zuccheri durante la torrefazione.
- Cioccolatoso
Classico aroma del buon cacao che può avere sfaccettature di
vaniglia. E' un aroma tra i più pregiati e ricercati.
- Fiorito
Ricordo di fiori freschi anche se non specificatamente riconoscibili.
E' un aroma proprio di un buon caffè, particolarmente elevato
quando si tratta di lavati perfetti che hanno visto arricchire il loro
patrimonio dall'attività dei microrganismi che operano durante
il processo di fermentazione. A volte può assumere un timbro
sensoriale simile al miele millefiori.
- Fruttato
Si riferisce ai sentori di frutta fresca; sono note particolarmente
evidenti nei caffè lavati di buona qualità. Nel fruttato
si annovera anche la nota di agrume tipica di alcuni caffè.
- Pan
tostato
Sensazione complessa dovuta a molecole che si formano prevalentemente
durante la tostatura, nelle reazioni di Maillard.
Odori
Negativi
- Paglia
Sensazione derivante da chicchi difettosi.
- Stinker
(fiori marci)
Termine anglosassone utilizzato per indicare un complesso di odori sgradevoli
come di fiori marci. Deriva da attacchi di microrganismi deleteri sulle
ciliegie e sui chicchi.
- Erbaceo
Nota di erba fresca, di tralcio verde. E' dovuta alla presenza di particolari
aldeidi ed è ritenuta positiva solo entro ristrette soglie di
percezione in quanto, normalmente, è indice di chicchi immaturi.
- Odori
empireumatici
Riconducibili vagamente alla sensazione di fumo. Sono negativi e derivano
da una cattiva tostatura.
- Riato
Sensazione olfattiva negativa che ricorda l'odore di tappo nei vini,
l'acido fenico. E' dovuta a infinitesime parti (ne basta una su cento
miliardi per essere percepito) di tricloroanisolo.
- Rancido
Difetto più o meno accentuato che ricorda il sentore del prosciutto
tagliato da tempo. E' dovuto ad un'ossidazione dei grassi ed è
chiaramente avvertibile in caffè vecchi, non confezionati adeguatamente
o sottoposti a lunghe soste nel macinadosatore.
- Acqua
stagnante
Puzza derivante da una cattiva pulizia dei filtri e portafiltri dei
gruppi infusori.
- Arachide
Nota dovuta a un dichetone, il diacetile, non è normalmente considerata
positiva.
- Juta
bagnata
Sentore assorbito dal caffè verde in sacchi umidi, a volte sconfina
nel muffoso.
Gusto
(Temperatura=
65°C)
La temperatura
è scesa intorno ai 65° C: quella ideale per l’esame del
gusto.
Un sorso
di pochi millilitri, e poi si lascia defluire il caffè per tutto
il cavo orale. Dalle papille gustative le sensazioni arrivano al cervello,
e istintivamente si cerca in bocca l’equilibrio tra i sapori e la
giusta armonia di amaro e dolce, una gradevole sensazione di insieme.
Sono molti
i fattori che incidono su questa armonia, ma soprattutto la specie di
caffè: il rapporto equilibrato tra acido e amaro è proprio
dell’Arabica, mentre la Robusta ha una forte presenza di amaro,
ma anche tra i diversi tipi di Arabica, la scienza della miscelazione
sa ricercare e trovare nuovamente l’equilibrio.
Alla fine, è il gusto pieno, dolce e profumato a rimanere con noi.
SENSAZIONI
GUSTATIVE
- Dolce
Sensazione dovuta alla presenza residua di zuccheri nel caffè
tostato. Una tostatura troppo spinta riduce la sensazione dolce diminuendo
i glucidi - che nel caffè verde sono circa il 10% - a valori
inferiori al 2% che sono considerati un livello ottimale.
- Acido
E' dovuto principalmente agli acidi clorogenici. Questi sono quasi il
7% prima della torrefazione e con il riscaldamento del chicco si riducono
al 4,5%. Più la torrefazione è spinta e minore sarà
l'acidità.
- Amaro
Si avverte sul fondo della lingua, nel caffè è normalmente
presente e quindi è considerato positivo purché non superi
certi livelli. E' dato da composti che si formano dagli zuccheri durante
la torrefazione, da componenti legnosi combusti, dalla caffeina. L'amaro
è accentuato dall'acidità. E' molto più evidente
nella Robusta.
Tatto
(Temperatura
= 65°C)
Prendere
la tazzina in mano e mescolare il caffè, percepirne la consistenza:
l’esame tattile comincia già da qui.
Ma è
quando si beve il primo sorso che se ne sente il corpo, quella sensazione
di piacevole rotondità e cremosità creata in bocca dagli
olii e dagli zuccheri. Insieme all’aroma, è infatti il corpo
ciò che distingue l’espresso da tutte le altre preparazioni.
Un corpo
che deve avere la giusta morbidezza: quando l’espresso è
fatto a regola d’arte, il caffè scivola in bocca e la accarezza
come un velluto.
SENSAZIONI
TATTILI
- Terrosità
Avvertibile sulla superficie della lingua, è una sensazione che
deriva da una diminuzione del potere lubrificante della saliva, precede
o si accompagna all'astringenza e, non di rado, è unita ad un
sapore amaro accentuato (le due sensazioni si sinergizzano vicendevolmente).
Anche microparticelle in sospensione che si avvertono come una presenza
di sporco enfatizzano questa sensazione.
- Astringenza
Sensazione dovuta alla diminuzione dal potere lubrificante della saliva.
E' riconducibile alla presenza di sostanze tanniche di origine legnosa
(polifenoli) che fanno precipitare la mucina, una proteina contenuta
nella saliva capace di rendere scivolose le mucose.
- Morbidezza
E' la percezione sferica che si può avere da un sorso del caffè.
E' direttamente proporzionale al suo contenuto in solidi microscopici,
aumenta col crescere del sapore dolce e delle sostanze grasse, diminuisce
con l'avvento dell'amaro e dell'acido. Nell'espresso una grande morbidezza
si accompagna quasi sempre ad un corpo importante, cremoso.

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